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8 consigli per creare un diario di viaggio sonoro

8 consigli per creare un diario di viaggio sonoro

Hai mai pensato di documentare i tuoi viaggi registrando i suoni che incontrerai sul tuo cammino? Qui ti racconto che cosa ho imparato dai miei errori da principiante e ti suggerisco 8 consigli per creare un diario di viaggio sonoro.

La maggior parte delle persone scatta foto per ricordare le esperienze vissute, ma ci sono tanti altri modi per tenerne memoria. Quando nel 2009 mi capitò l’occasione di partire per il Giappone, pensai che sarebbe stata un’ottima idea, in stretta connessione con i miei interessi legati al mondo dell’audio, raccogliere i suoni che avrei incontrato durante il viaggio. Infilai in valigia il mio primo registratore – uno Zoom H2 che a tutt’oggi è parte integrante della mia attrezzatura – e, una volta sul posto, mi misi in ascolto.
Non ero mai stato prima d’allora in Giappone e ne rimasi profondamente colpito. Registrai un po’ di tutto: i caratteristici jingle dei treni, i canti e le preghiere dei monaci buddhisti, il suono del vento nei boschi di bambù di Kyoto, il chiacchiericcio dei miei compagni di viaggio, l’assordante gracchiare dei corvi a Tokyo e molti altri suoni che raccoglievo lungo la strada.

Quell’esperienza fu la mia prima esplorazione consapevole nel mondo dei suoni ambientali e, come quasi tutte le mie prime volte, si può riassumere così: tanto entusiasmo e molti errori.
Dove avevo sbagliato? Dalle mie riflessioni sugli errori di quel lontano autunno del 2009 sono nati questi 8 consigli per chi volesse cimentarsi nella realizzazione di un diario di viaggio sonoro.

8 CONSIGLI PER UN DIARIO DI VIAGGIO SONORO

1. Qual è il tuo scopo? Definisci gli obiettivi 

Dopo poche settimane dal mio rientro, il Centro di Cultura Giapponese di Milano mi coinvolse nell’organizzare una presentazione del viaggio, chiedendomi di utilizzare le registrazioni audio e raccontare la mia esperienza. Purtroppo il materiale raccolto risultò frammentario: semplici appunti sonori, senza un filo conduttore per tessere una narrazione. Fu un disastro.
Capire bene lo scopo delle tue registrazioni e sapere in anticipo come saranno impiegati i suoni è un’ottima partenza per una buona pianificazione. Vuoi creare un diario sonoro solo per tenere memoria del tuo viaggio e condividerlo in famiglia o con gli amici? Ti piacerebbe pubblicarlo sui social o sul tuo sito? Il materiale registrato potrebbe servirti in futuro anche per altri scopi? Più chiari saranno i tuoi obiettivi e maggiori soddisfazioni otterrai dal materiale raccolto in viaggio.

2. Documentati e gioca a immaginare

Com’è il suono all’interno di una sala da giochi Pachinko? Mi ero già fatta un’idea prima di partire e poi mi ha sorpreso constatare che quel suono è molto più assordante e alienante di quanto avrei mai potuto immaginare.
Approfondisci la conoscenza dei luoghi che visiterai. Annota le informazioni che possono suggerirti i suoni che potresti incontrare sul tuo cammino. È un bellissimo esercizio creativo. Giocare a immaginare quale suono caratterizza un ambiente o un paesaggio è stimolante e divertente. Sarà ancor più sorprendente verificare sul campo le tue ipotesi e scoprire molti altri suoni inattesi.

3. Inizia con uno smartphone 

Avere già un’idea dei suoni che andrai a registrare è molto utile per decidere quale attrezzatura portare in valigia. Ti sconsiglio però di fare acquisti importanti senza aver fatto un po’ di esperienza sul campo. Prima di partire per l’altro capo del mondo con un’attrezzatura costosa, fai un’esplorazione vicino a casa, porta con te solo il tuo smartphone e divertiti a catturare suoni. Sperimenta!

In alcuni casi, comunque, lo smartphone può bastare. Per esempio, se ti piace guardarti intorno e descrivere quello che vedi, potresti creare delle audio-cartoline. In questo caso tutto ciò che ti serve è solo un’app di registrazione vocale.
Lo smartphone può servirti anche per registrare la voce di persone che incontri, ma solo se la conversazione ha luogo in un ambiente silenzioso.

4. Suoni ambientali. Lo smartphone non basta

Se, al contrario, ti interessano i suoni ambientali, allora la registrazione può diventare una passione più costosa. Potresti iniziare acquistando un piccolo registratore ad alta risoluzione con un filtro antivento e, in aggiunta, un microfono esterno direzionale. Cerca il giusto compromesso tra qualità e praticità perché quando si viaggia è bene rimanere leggeri e non caricare troppo lo zaino. Sul mercato trovi ottimi registratori per iniziare come, ad esempio, lo Zoom H1n o il Tascam DR-05X.

5. Cuffie

Un paio di cuffie Over Ear, che circondano completamente l’orecchio, sono fondamentali per capire che cosa stai realmente registrando. In Giappone non le avevo portate con me, con la conseguenza che molti suoni che mi erano sembrati nitidi, si sono poi rivelati eccessivamente disturbati da rumori di sottofondo.

6. Antipatici imprevisti

Verifica sempre che la scheda SD abbia spazio di archiviazione sufficiente e, in ogni caso, ti consiglio di portare con te una scheda di riserva capiente: non pesa nulla e potrebbe diventare la tua àncora di salvezza. 
Lo stesso vale per le batterie: controlla sempre che siano cariche e tieni a portata di mano eventuali batterie di ricambio. Non vorrai perderti la registrazione di quel rarissimo suono che ricercavi da una vita solo perché ti si sono scaricate le batterie, vero?

Ricordati infine di mettere in valigia un adattatore universale che, avendo più tipi di spine in uscita, può essere usato in qualsiasi paese consentendoti di ricaricare senza problemi i tuoi dispositivi.

7. Lì dove c’è il silenzio c’è un suono

Non dare niente per scontato. Rimani in ascolto anche quando, in un primo momento, ti sembra di non sentire suoni interessanti. In una condizione di ascolto consapevole persino il rumore dei tuoi passi potrebbe sorprenderti per la sua forza evocativa.

8. Sii educato e prudente. Chiedi il permesso

Ultima, ma non per importanza, la buona educazione: dichiara sempre che stai registrando, specialmente se ti trovi in ambienti che tutelano la riservatezza delle persone come, per esempio, i luoghi di culto. Comunque, in linea generale, sarebbe bene non chiedere il permesso solo quando è palesemente inutile. 
Con un paio di cuffie alle orecchie e un registratore in mano sarà ben difficile non farsi notare, quindi bando ad atteggiamenti spavaldi, meglio essere prudenti.

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